FILM: WORLD WAR Z (2013) (il significato dovrebbe essere “La guerra mondiale contro gli Zombie” cioè Z, ma evoca anche l’ultima lettera dell’alfabeto (che ha il significato della fine).
GENERE: Azione (catastrofico)
REGISTA: Marc Forster (eclettico e versatile regista tedesco di origine svizzera, tra i suoi film “007 – Quantum of Solace”)
ATTORI: Brad Pitt, Mireille Enos, James Badge Dale, Daniella Kertesz, Matthew Fox (Lost, ma chi lo ha visto?), … c’è anche un italiano, Pierfrancesco Favino (che fa una parte piccolissima).
Adattamento di un romanzo horror fantascientifico post-apocalittico di Max Brooks, scrittore e sceneggiatore (figlio di Mel Brooks e Ann Bancroft), doveva uscire nel 2012 e invece è uscito a giugno 2013.
Da quel poco che ho letto in giro sul web questo film ha avuto una travagliatissima lavorazione, è nato male ed è costato moltissimo. Dovevano partecipare alcuni attori che hanno disdetto e poi a un certo punto non sapevano più come farlo finire e hanno dovuto chiamare Damon Lindelof (autore di Lost) che ha aggiunto alcune scene. Insomma un pasticcione riuscito male.
Ancora mi domando perchè fare un film sugli Zombie dopo che ne abbiamo già visti tanti (28 giorni dopo, Contagion e tutta una serie infinita). Questo film non porta niente di nuovo, ma tante banalità e stereotipi già visti.
Forse avrebbero fatto meglio a scrivere una sceneggiatura innanzitutto più originale e poi che avesse più senso, coerenza e ritmo. La storia è veramente “stupidina”, poco accattivante, con una serie di errori madornali.
In poche parole Brad Pitt tutto da solo tiene testa ad un’apocalisse di Zombie o Morti Viventi.
Una cosa che si nota, soprattutto quando si parla di film americani è che loro fanno sempre le cose in grande, nel senso che tendono a rendere alcune scene molto spettacolari, utilizzando effetti speciali, videografica e chissa cosa altro. Peccato che il film sia mediocre.
Però, devo dire (soprattutto per le signore) che una cosa bella nel film c’è: è Brad Pitt con i capelli lunghi e barba incolta – UNO SPETTACOLO.
GIUDIZIO: mi spiace, ma devo consigliarvi di non vederlo.
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